La stragrande maggioranza delle situazioni in cui ci si imbatte in relazione ai contenuti digitali evidenzia una assoluta mancanza di pianificazione strategica.
In genere si assembla un sito web e si lascia li nell’idea che “ci penserà da solo” a far raggiungere potenziali clienti. Peggio ancora, spesso, prima si fa il sito e poi si tenta di aggiustare le parole chiave per avere la speranza, ultima a morire, di essere seo-friendly. (…si salvi chi può!)
Proprio così, dato che è già dall’URL, e quindi dal nome e dall’alberatura che diamo al sito, che Google inizia a cercare di capire di cosa ti occupi e soprattutto a chi ti rivolgi.
Analizzare il pubblico target è il primo step
Senza questo passaggio, senza capire il pubblico a cui ti rivolgi qualunque cosa che fai non sarà ottimizzata. Per questo motivo prima si studia e parla con l’azienda o il professionista, si analizzano le esigenze che va a tentare di risolvere e quindi si va ad indentificare a chi dobbiamo parlare e soprattutto cosa e come il nostro potenziale cliente cerca su internet e dunque capire noi come poterlo intercettare esattamente nel momento in cui è alla ricerca di una soluzione al suo problema.
Creare un piano editoriale con orizzonte annuale
Eh si, pensare di popolare il proprio sito una volta ogni tanto o peggio mai è assolutamente inutile. Puoi avere il sito più perfetto del mondo, dopo 6 mesi diventa una entità a cui nessuno lavora e siccome Google è continuamente in cerca di contenuti nuovi ed originali sei praticamente tagliato fuori.
Chiariamoci: un sito che ha molti contenuti ben fatti e che ha mostrato nel tempo costanza di aggiornamenti non perde posizionamento se per 4 mesi non è aggiornato ma non vi è alcuna utilità nel pubblicare senza una cadenza costante.
Il piano editoriale deve scaturire unendo ciò che si è raccolto dal colloquio con l’azienda o il professionista (colloquio che innescato poi è costante nel tempo) con quello che è emerso dall’analisi del pubblico target.
L’importanza della costanza: almeno un contenuto al mese
È quindi fondamentale instaurare un’abitudine editoriale, anche minima, ma costante. Il punto non è produrre a raffica, ma mantenere attiva nel tempo la comunicazione con Google e — soprattutto — con il tuo pubblico.
In questo senso, un contenuto al mese rappresenta il minimo sindacale, ma è già un punto di partenza prezioso. Non tanto per la quantità, quanto per l’approccio: ogni articolo o pagina che pubblichi è un segnale che invii al motore di ricerca, ma anche un’occasione in più per intercettare una nuova query, un nuovo bisogno, una nuova intenzione di ricerca.
Meglio ancora se, come detto sopra, i contenuti vengono pianificati secondo una logica stagionale, informativa o di risposta ai dubbi più frequenti dei clienti.
E ricorda: non serve sempre scrivere trattati enciclopedici. A volte basta un approfondimento ben fatto, che risponda a una domanda specifica e porti valore. Quello che serve, in fondo, è continuità.
La SEO non premia chi fa tanto tutto insieme, ma chi fa poco, bene e con costanza.